scienze umane 2018/2019
mercoledì 5 giugno 2019
PSICOLOGIA teoria freudiana
Con l'avvento dell'urbanizzazione e dell'industrializzazione la percezione della figura dell'individuo cambia notevolmente: se precedentemente era infatti visto come un elemento correlato unicamente alla famiglia, ora è percepito come un'entità a sé in grado di realizzare progetti di vita autonomi. Tali cambiamenti erano racchiusi all'interno della teoria sull'inconscio individuale di Freud: questa predicava l'elaborazione personale dei vissuti e le dinamiche inconsce che influenzano i comportamenti individuali.
Con il termine psicoanalisi Freud indica:
- un procedimento di analisi dei processi mentali;
- una terapia per la cura delle nevrosi;
- una disciplina scientifica;
Lo sviluppo umano è determinato da pulsioni e elementi inconsci che influenzano i comportamenti. Egli individua inoltre la presenza di alcune fasi di sviluppo comuni e affrontate però in modo personale da ogni soggetto; il concetto base rimane quello di inconscio, una forza impersonale che crea la motivazione e dunque i comportamenti. Le radici dell'inconscio vanno ricercate nell'infanzia.
Un altro aspetto sul quale Freud si concentra in modo particolare è l'interpretazione dei sogni: all'interno dell'opera freudiana che tratta tale tematica risulta centrale il concetto di sessualità.
Freud sottolinea come le modalità di funzionamento psichico siano comuni sia ad un individuo sano che ad uno nevrotico. egli inizia a vedere nel sogno proprietà nuove, questo ha infatti il ruolo fondamentale di esplorazione dell'inconscio; tramite l'analisi di quest'ultimo è possibile cogliere i significati più profondi della nostra psiche.
Il lavoro onirico si caratterizza per la trasformazione del contenuto latente in contenuto manifesto: vengano dunque creati dei collegamenti tra elementi che in stato di veglia risultano slegati tra loro.
Solitamente all'interno dei sogni gli elementi simili vengono raggruppati sotto un unico simbolo.
L'analisi del sogno permette dunque l'emergere dei contenuti latenti e delle libere associazioni di pensieri, emozioni e idee. Queste associazioni non sono inconsapevoli bensì sono motivazioni inconsce.
PSICOLOGIA droghe e alcool
Uno dei problemi più frequenti tra i giovani adulti è l'abuso di droghe e alcool, il quale spesso rispecchia un bisogno di trasgressione o di astrazione dal mondo circostante.
Molto spesso però l'abuso di tali sostanze porta a gravi problematiche individuali e sociali: è infatti una delle maggiori cause di morte tra i giovani e non.
La dipendenza da sostanze stupefacenti corrisponde al continuo desiderio di assunzione di sostanze dall'effetto analgesico ed euforizzante. La dipendenza consiste in una sorta di escalation e la sospensione dell'assunzione della sostanza comporta situazioni di astinenza legate a sintomi fisici (sudorazione, tchicardia ecc..).
La dipendenza può essere di 2 tipi:
FISICA: l'individuo assume droghe per il proprio benessere fisico e incombe in crisi d'astinenza.
PSICHICA: l'individuo sente la necessità di assumere la sostanza.
Tra le sostanze più diffuse troviamo hashish e cannabis, oppiacei come la morfina o l'eroina, utilizzate anche a scopo terapeutico, anfetamine e allucinogeni tra cui la più nota è l'ecstasy.
Anche il consumo di alcool, seppur in maniera meno evasiva rispetto a quello di droghe, è in grado di portare l'individuo a problematiche piuttosto rilevanti: stati depressivi, danneggiamento di organi come il fegato e modificazione del carattere.
Tra le altre dipendenze risulta piuttosto importante anche la ludopatia, ossia la dipendenza dal gioco d'azzardo, sempre maggiormente in crescita tra i giovani e gli adulti. Questa si presenta sotto forma di disturbo ossessivo compulsivo. Negli ultimi anni abbiamo inoltre visto svilupparsi anche un nuovo tipo di dipendenza, quella da internet: quest'ultima è una vera e propria patologia che consiste nell'aumento del desiderio di stare online, percepito come un bisogno fisico.
sabato 1 giugno 2019
SOCIOLOGIA lettura "i gruppi e le istituzioni"
All'interno dell'opera "L'organizzazione sociale", il sociologo statunitense Charles H. Cooley spiega il concetto di gruppo primario contrapponendo a quest'ultimo quello di istituzione intesa come aspetto dello spirito pubblico.
Egli stabilisce che i gruppi primari sono gruppi caratterizzati da associazione e cooperazione intima. Svolgono un ruolo fondamentale nella formazione degli ideali degli individui: l'io di ogni soggetto facente parte del gruppo primario, è costituito per la maggior parte dalla vita comune del gruppo. L'individuo si identifica in tutto e per tutto nel gruppo, sentendosi parte integrante di un insieme e trovando in quest'ultimo tutti i suoi scopi principali.
Il gruppo primario non è però sempre un'unità armonica: gli individui sono spesso competitivi e ambiziosi ma i loro obiettivi sono sempre funzionali alla gloria comune del gruppo.
Per quanto riguarda invece il concetto di istituzione, questa risulta essere un aspetto definito dello spirito pubblico e coincide con l'opinione pubblica. Tra le più grandi ed importanti istituzioni troviamo lo Stato e la Chiesa, prodotti del pensiero e dell'agire umano e composti da simboli, credenze e consuetudini.
giovedì 30 maggio 2019
SOCIOLOGIA lettura "il concetto di ruolo"
All'interno di questo saggio Goffman tratta il concetto di ruolo, intendendolo come l'insieme di attività che un soggetto svolge in base al suo status, equivalente alla sua posizione in società.
Il ruolo è l'attività che ogni individuo svolge in funzione della posizione che ricopre socialmente.
Nel corso della vita l'individuo si trova continuamente in situazioni in cui è faccia a faccia con altri soggetti, anch'essi ricoprenti un ruolo e chiamati "pubblici rilevanti", in quanto indispensabili per lo svolgimento dell'azione del primo individuo ( per esempio per un medico sono i pazienti, per un insegnante gli alunni e così via).
Esistono dunque diversi settori di ruolo, riguardanti determinati ambiti.
Il ruolo comporta una vasta serie di implicazioni psicologiche: l'individuo infatti, nel momento dello svolgimento della sua funzione assume tutti gli atteggiamenti tipici che il suo ruolo comporta. La titolarità è simboleggiata anche da elementi quali l'abbigliamento o il titolo ( professore, dottore…), che consentono agli altri soggetti di capire fin da subito la persona che hanno davanti. Ad ogni posizione corrisponde inoltre un determinato "valore sociale" che conferisce una certa quantità di prestigio all'individuo.
Infine è essenziale che, durante l'esecuzione di un ruolo, le impressioni che l'individuo comunica di sé siano compatibili con la funzione da lui svolta (un pilota non dovrà dare l'idea di essere agitato prima della partenza, ecc...)
lunedì 22 aprile 2019
PSICOLOGIA l'anoressia e la bulimia
L'adolescenza è un periodo di grandi cambiamenti anche sul fronte fisico: l'accettazione del proprio corpo può produrre sentimenti d'angoscia a cui spesso conseguono disturbi alimentari. I disturbi alimentari, tra cui su tutti anoressia e bulimia, nascono da una distorta percezione di sé e da una mancata accettazione del proprio corpo.
L'ANORESSIA
Tale problematica consiste nell'ostinato rifiuto del cibo dovuto ad una bassa autostima di sé stessi e caratterizzato dalla volontà di perdere peso. Chi è colpito da anoressia impara a controllare il senso di fame fino a giungere al digiuno. L'anoressia colpisce generalmente di più le femmine rispetto ai maschi.
I sintomi fisici riscontrabili sono l'eccessiva perdita di peso, il calo della temperatura corporea e la scomparsa, nelle ragazze, del ciclo mestruale. I sintomi psicologici sono invece nel timore fobico di ingrassare, nel rifiuto di mantenere il peso norma e nel controllo ossessivo sul cibo e sul corpo.
Frequente tra le persone colpite da anoressia è la frequentazione assidua di palestre: è infatti anche tramite l'esercizio fisico che gli individui malati sentono di esercitare un senso di controllo sulla propria vita oltre che sul proprio corpo. Accade inoltre che i soggetti anoressici si sentano assaliti da sensi di colpa nel momento in cui si nutrono per aver ceduto alla tentazione.
Problematiche come l'anoressia sono favorite nel loro sviluppo anche da ambienti familiari oppressivi e privi di comunicazione oltre che da società che considerano la magrezza sinonimo di bellezza.
LA BULIMIA
La bulimia è un'altra problematica piuttosto diffusa tra gli adolescenti: essa consiste in abbuffate seguite da sensazioni di disgusto e senso di colpa e conseguente assunzione di lassativi o induzione al vomito. Generalmente un individuo bulimico assume alimenti morbidi come torte o panini poiché più facili da vomitare. Anche questa problematica nasce da una bassa autostima e da una mancata accettazione del proprio corpo. Frequenti tra i soggetti colpiti da bulimia troviamo comportamenti autolesivi e segni fisici come il segno di Russell ( abrasioni sulle mani dovute all'induzione del vomito e limatura dei denti incisivi).
PSICOLOGIA l'adolescenza e la crisi
Durante il periodo dell'adolescenza può accadere che l'individuo attraversi momenti di crisi, ossia momenti di temporaneo squilibrio interiore riconducibili sia ad uno stato patologico, sia a condizioni di sofferenza momentanea o direttamente ad un atteggiamento fisiologico tipico di questa età.
La crisi è talvolta derivante da situazioni di bullismo: il termine "bullismo" venne coniato dallo psicologo Dan Olweus per indicare fenomeni di esclusione e aggressioni tra coetanei.
Tale fenomeno risulta essere molto diffuso in Italia soprattutto nell'ambiente scolastico, ma non manca di esistere anche nell'ambiente lavorativo dove è conosciuto con il nome di "mobbing".
Il bullismo o il mobbing consistono in forme di violenza sia fisica che psicologica da parte un soggetto detto "bullo" nei confronti di un altro che diviene la vittima. La vittima è scelta tra persone particolarmente sensibili e già isolate dal gruppo che, perseguitate dal bullo, peggiorano ulteriormente la loro situazione di fragilità cercando di evitare le situazioni sociali dove potrebbe avvenire un incontro con il bullo.
La manifestazioni di bullismo possono essere di 2 tipi:
DIRETTE: aggressioni, minacce, molestie, furti e ridicolizzazioni;
INDIRETTE: pettegolezzi, calunnie, offese verbali e isolamento;
Le prime sono più diffuse tra i maschi mentre le seconde generalmente più tra le ragazze.
Negli ultimi anni una tipologia di bullismo sempre più diffusa è il cyberbullismo consistente in aggressioni psicologiche online realizzate solitamente da parte di ragazzi che compensano le loro frustrazioni nella vita reale tramite l'attuazione di tale fenomeno.
Esistono inoltre 3 tipologie differenti di bulli:
BULLO AGGRESSIVO: capo all'interno del gruppo, suscita sentimenti di timore e ammirazione tra i compagni, è sicuro di sé e indifferente alla sofferenza altrui;
BULLO ANSIOSO: psicologicamente fragile e insicuro, molto simile alla vittima;
BULLO PASSIVO: scarsa stima di sé, assistono alle vessazioni senza prendervi parte in modo diretto;
I fattori che influenzano la nascita di atteggiamenti di bullismo nei ragazzi sono riconducibili a relazioni familiari disfunzionali oltre che a contesti culturali e sociali di violenza.
Un ruolo importante nella prevenzione del bullismo lo ha la scuola; questa deve sanzionare i comportamenti dei bulli ma al tempo stesso comprendere le ragioni per cui questi sono spinti ad atteggiamenti aggressivi oltre a supportare le vittime e farle sentire protette.
martedì 2 aprile 2019
SOCIOLOGIA Le teorie del conflitto
All’interno della società industriale sono presenti degli aspetti conflittuali analizzata e dalla personalità di Charles Wright Mills.
L’economia americana si reggeva sulla corsa agli armamenti e sugli investimenti in tecnologie belliche, inoltre i politici presenti si influenzavano e spalleggiano a vicenda. In questo contesto egli decise di concentrarsi soprattutto sulla figura dell’americano medio, soggetto manipolato dal potere e convinto di vivere in una democrazia che era però fittizia. Egli osserva dunque che all’inizio del 900 più della metà delle persone fanno parte della categoria degli imprenditori indipendenti mentre la restante parte dei lavoratori sono invece colletti blu ossia operai che indossavano una tuta da lavoro blu, oppure i colletti bianchi, gli stipendiati che svolgevano attività d’ufficio, per esempio impiegati, addetti alle vendite, insegnanti e dirigenti. Il ceto di agricoltori e liberi professionisti è stato quindi sostituito da questo nuovo ceto medio americano. Analizzando le cause di questo cambiamento, Mills ne individua due: l’affermazione della grande impresa e l’espansione dell’apparato statale.
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