Il termine sociologia è stato
utilizzato per la prima volta dal filosofo francese Auguste Comte nel
suo “Corso di filosofia positiva” ma, già da 2 secoli alcuni
filosofi avevano intrapreso ricerche di tipo sociologico. Durante il
corso della storia era stata dominante una concezione detta
naturalistica, secondo cui la società umana sarebbe un fatto del
tutto naturale derivato dall'istintiva socievolezza umana. Nel XVII
secolo, subentrò però una problematica legata al al fatto che
l'uomo è per natura restio a subordinare le sue esigenze ad una
collettività. Venne perciò istituito il contratto sociale: un patto
non scritto per fissare delle regole di convivenza alle quali tutti
devono sottostare. Solo con tale contratto sarebbe stata possibile la
convivenza tra gli esseri umani
Alla base di tale teoria era presente
un'idea che vedeva l'uomo come un essere di natura egoista, la cui
esistenza era destinata unicamente alla soddisfazione dei propri
bisogni e quindi non predisposto alla vita in società. La vita degli
uomini era però difficile: erano tutti esposti a minacce legate a
fenomeni naturali o provenienti da animali, ma anche da altri uomini
(homo homini lupus). Si pensa siano state proprio queste difficoltà
a spingere gli uomini a associarsi tra loro.
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