Dai 55 ai 75 anni si entra nella cosiddetta terza età caratterizzata da una serie di cambiamenti fisici dati dall'invecchiamento biologico e psichico: ci si trova quindi a confrontarsi con una diminuzione della forza, della memoria oltre che della concentrazione.
Il pensionamento segna in modo particolare questa fase della vita e può essere in molti casi frutto di sofferenza; questa tappa della vita è però vista in modo diverso in base alla posizione lavorativa che si andava ad occupare precedentemente al pensionamento: coloro che infatti ricoprivano posizioni di responsabilità lo vivono in modo meno doloroso, mentre per gli altri la situazione risulta essere più complessa, possono incombere problemi economici dovuti ad una pensione insufficiente per vivere una vita decorosa.
Oltre i 75 anni possiamo invece parlare di ingresso nella quarta età: l'anziano deve confrontarsi con la modificazione della propria rete sociale conseguentemente alla morte di amici e parenti. Ciò lo porta a sentirsi sempre più solo, soprattutto per il fatto che la società non aiuta alla sua integrazione; essa è infatti sempre maggiormente votata al culto della giovinezza e porta quindi ad un'emarginazione sociale della persona anziana.
L'obiettivo principale di quest'ultima dev'essere quindi quello di mantenere i propri obiettivi e di invecchiare serenamente.
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