Georg Simmel è considerabile come uno dei padri fondatori della sociologia e per distinguerla dalle altre scienze sociali crea una contrapposizione tra forma e contenuto. Mentre infatti le altre scienze sociali si caratterizzano per determinati contenuti, la sociologia è invece molto più generale e prende in considerazione soprattutto ciò che accade nel momento in cui gli individui entrano in contatto tra di loro e agiscono insieme. Sostanzialmente la sociologia studia gli eventi di associazione ossia di interazione e relazione sociale a prescindere dal loro contenuto. Oggetto principale del suo studio deve essere quindi più che il contenuto, il modo tramite cui le persone si relazionano (forma).
Esistono due forme sociali fondamentali: la diade e la triade. La prima indica l’insieme di due soggetti e viene a mancare nel momento in cui uno dei due abbandonare l’azione; la seconda invece è molto diversa in quanto l’aggiunta di un terzo elemento può contribuire a riappacificare i due membri del conflitto. La differenza sostanziale tra di diade e triade sta nel fatto che mentre la prima in mancanza di uno dei due membri della relazione smette di esistere, la seconda è indipendente rispetto alle parti che la compongono.
Simmel sviluppa il concetto di sociologia formale osservando la città di Berlino.
Osservando la vita quotidiana della città, egli nota le particolari tensioni esistenti tra l’individuo e il contesto sociale collettivo: la città è infatti luogo in cui la razionalizzazione della società e la divisione del lavoro risultano essere più evidenti. All’interno della città ognuno compie attività specializzate, ben conosciute e sempre uguali e le disuguaglianze sociali diventano più marcate e palesi in quanto le diverse classi sociali vivono a stretto contatto tra loro.
La situazione della città crea una problematica tuttora attuale ossia la possibilità di vivere nell’indifferenza verso i propri simili: nella maggior parte dei casi gli abitanti della città trascurano di mettersi in contatto con persone che vedono quotidianamente. Essendo infatti le grandi città bombardate di stimoli siamo costretti a sviluppare una forma di indifferenza sistematica per ciò che ci accade intorno. Nel momento in cui entriamo in relazione con un nostro simile non è tanto per affinità quanto per utilità. Al tempo stesso però la città permette un maggiore sviluppo dell’individualità dei singoli in quanto garantisce spazi molto più ampi per la coltivazione della propria identità personale.
Georg Simmel identifica dunque la metropoli come sede fisica di fenomeni sociali nuovi.
Uno tra i più importanti è quello della moda, questa nasce da una spinta all’imitazione ossia da un’esigenza delle persone di omologarsi (Conduce l’individuo sulla via che tutti percorrono). Allo stesso modo è però anche un meccanismo tramite cui alcune persone possono distinguersi dalla massa, la moda appaga quindi anche il bisogno di diversità. All’inizio del XX secolo, nella società che Simmel ha sotto gli occhi, la moda è uno strumento a disposizione delle classi più elevate che cercano coesione per marcare una netta cesura nei confronti dei membri delle classi sociali più basse. La seconda importante riflessione che Simmel compie riguarda il denaro: la relazione tra esseri umani all’interno di una città è dominata dallo scambio.
Per stabilire il valore di un oggetto occorre però dare una importante rilevanza al desiderio e al bisogno di appropriarsene: il valore di una bottiglia d’acqua in un deserto sarebbe molto più alto rispetto a il valore dello stesso oggetto in una normale circostanza. E' quindi la relazione che dà valore all’oggetto. Per andare ad oggettivare questo valore entra in gioco lo strumento del denaro, il quale disperde l’individualità delle persone, degli oggetti, dei desideri e dei sentimenti.
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