I disturbi alimentari infantili sono solitamente legati all’interazione del bambino con la madre. Fin dalla nascita ogni bambino possiede infatti il riflesso di suzione e di deglutizione, ogni bambino è quindi in grado di nutrirsi. Quello della suzione è un vero bisogno: l’alimentazione non è infatti soltanto riconducibile all'appagamento della fame ma è anche il prototipo delle future capacità del bambino di interazione con il mondo esterno. Un bambino che infatti ha potuto trarre vero piacere dall’allattamento manterrà un migliore rapporto con il cibo oltre che una migliore capacità di relazione con gli altri.
Sin dall’infanzia è possibile però che il bambino vada incontro a dei disagi legati alla sfera alimentare: esistono infatti bambini che mangiano a fatica e altri che mangiano eccessivamente; L’anoressia e la bulimia sono infatti due patologie che possono presentarsi fin dalla prima infanzia, così come anche l’obesità.
Quest’ultima in particolare è definita con un eccesso del 20% di peso rispetto alla media normale in rapporto alla statura e all’età del bambino. Nei paesi occidentali questo disturbo riguarda ormai dal 2 al 15% dei bambini. I periodi privilegiati per l’esordio di tale malattia sono il primo anno di vita e la pre pubertà (10-13 anni). Nell’insorgenza dell’obesità entrano in gioco fattori genetici, metabolici, endocrini, neurologici, psicologici.
Nella maggior parte dei casi i bambini obesi si presentano timidi e anche se dotati di un normale livello di intelligenza, sono spesso intralciati in campo scolastico e sociale. Molte volte le madri cercano di tranquillizzare ansia e sensi di colpa tramite il cibo che riempie infatti bisogni affettivi incolmabili in altro modo. I bambini imparano quindi ad appagare l’ansia e il desiderio di affetto tramite il cibo.
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