Una tra le più pericolose patologie infantili è la depressione, ovvero un’alterazione del tono dell’umore verso forme di tristezza e abbassamento dell’autostima oltre che di tendenze all’auto punizione. L’incidenza riguarda il 10% dei soggetti e si presenta più grave rispetto a quando colpisce gli adulti in quanto i bambini non hanno le risorse interne per chiedere aiuto al fine di uscire dalla malattia.
La depressione provoca effetti estremamente negativi per quanto concerne la personalità del bambino: i bambini depressi non riescono infatti a divertirsi, non giocano, non instaurano rapporti interpersonali e si sentono perennemente insicuri e pessimisti. La predisposizione infantile a questa malattia è legata strettamente alla perdita di uno o entrambi genitori, al distacco fisico e affettivo dai genitori, alla sensazione di essere invisibile agli occhi della famiglia, o alla mancata assistenza dei genitori.
L’umore disforico caratterizza i bambini depressi: la tristezza accompagna la loro vita insieme a pianti non motivati, rabbia, noia e indifferenza verso ogni attività e situazione oltre che atteggiamenti di autocommiserazione.
La depressione è riscontrabile anche tramite sintomi cognitivi: il bambino tende a valutare negativamente le proprie capacità con conseguente abbassamento di autostima e abbassamento del rendimento scolastico. Il bambino si sente sempre affaticato, ha capacità scarse di concentrazione, cambiamento nell’appetito, continui dolori vari e disturbi del sonno. Nei casi più gravi inoltre il bambino ricorre a forme di autolesionismo e tendenza al suicidio.
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